Indice

02 agosto partenza Milano/New York

05 agosto New York/Denver

06 agosto Rocky N.P./Salt Like City

07 agosto Little Sahara/Brice Canyon

08 agosto Bryce Canyon

09 agosto Zion N.P. / Page

10 agosto Page / Grand Canyon

11 agosto Grand Canyon

13 agosto Meteor Crater/Foresta

14 agosto Canyon de Chelly

15 agosto Monument Valley

16 agosto Mesa Verde

17 agosto Arches N.P.

19 agosto Arrivo a Milano


05 agosto partenza da New York per Denver (Colorado)
Dopo aver trascorso una serie di giorni a New York ci dirigiamo all’aeroporto di Newark, nel New Jersey, dove alle 11 abbiamo il volo, con la UNITED, per Denver, in Colorado. E’ una bella cittadina anche se l’aeroporto è un gran casino perché è lo scalo principale del centro America quindi è una struttura enorme messa in linea. Prendiamo la macchina, una bellissima berlina 3500 cc di cilindrata super accessoriata, e ci dirigiamo nel centro città dove trascorriamo la notte per poi iniziare il vero e proprio giro dei Grandi Parchi Americani.

06 agosto da Rocky Mountain N.P.(colorado) a Salt Like City (Utah)
La prima tappa è veramente lunga, circa 900 Km da Denver a Salt Like City nello stato dello UTAH passando dal Rocky Mountain National Park che si trova a un centinaio di Km a nord della città. La sveglia è molto presto, circa le 5.30 quando fuori è ancora notte. Il clima della montagna si fa sentire e in piu’ c’è la nebbia che impedisce la visuale. La prima tappa la facciamo in un paesino all’entrata del parco dove tutto sembra magico e cinematografico: torrenti con pontili in legno, mulini a pale, viali e marciapiedi con aiuole fiorite di tutti i colori, negozi ben disposti e arredati e una pulizia inverosimile. Mettiamo un bocconcino nello stomaco, ormai il sole è alto e il panorama è splendido. Le montagne non sono come le nostre alpi, tendono piu’ al tondeggiante ma la neve, oltre i 3000m, e il cielo blu contrastano con il verde dei prati e dei boschi. Entriamo nel parco dove la strada, ad un certo punto, si dirama e diventa a senso unico e poi sterrata. Essa è aperta da maggio ad ottobre poi viene chiusa per problemi di neve. Si sale fino a 11500ft (circa 3200m) dove oltre ad esserci la neve fa un freddo bestiale.Durante la salita svariate sono le tappe per osservare lo spettacolo naturale che offre questo parco e soprattutto perché le marmotte si piazzano nel mezzo della strada e aspettano che qualcuno le dia da mangiare. Sorpassato il valico incomincia la discesa e dopo un paio di ore si è nuovamente in pianura e ci dirigiamo a ovest dove la strada diventa sempre piu’ diritta e noiosa. Anche la temperatura a mano mano si alza e verso sera, stremati, arriviamo a Salt Like City, città dei mormoni e del grande lago salato. Penso sia una delle prime città in cui ho visto il sistema acustico dei semafori per i ciechi.

07 agosto Little Sahara/Bryce Canyon (Utah)
Oggi abbiamo di fronte di nuovo un bel tragitto: da Salt Like City al Bryce Canyon circa 600 Km. Partiamo subito al mattino presto e come prima tappa andiamo al lago salato, pochi km a nord della città, dove le coste sono bianche dovute al deposito di sale che lascia l’acqua. Ci fermiamo giusto il tempo per alcune riprese e foto e poi ripartiamo subito dirigendoci a sud. Durante la stesura del programma avevo trovato su internet un posto, deviando dalla strada principale, che mi aveva incuriosito molto: il Little Sahara e la città di Eureka. Il primo, ovviamente è un deserto di sabbia con dune molto alte e il secondo è una vecchia città nata nel periodo delle miniere e della ricerca all’oro. Infatti passando per il centro si ha una sensazione stupenda: sembra di vivere un film western dove ci sono i saloon e le banche in legno, i ciuffi d’erba secca che attraversano la strada, rotolando, spinti dal vento e le strade non asfaltate con la polvere che forma piccoli vortici (quando siamo rientrati in Italia, ho montato il filmino con le immagini in effetto “sepia” e una musica adeguata che hanno reso ancor di piu’ la situazione). Lasciamo questa zona e poco dopo ci rimettiamo sulla strada abbandonata per arrivare al Bryce. Questo parco si trova nel sud dello Utah, quasi al confine con l’Arizona. Siamo quasi al tramonto e appena posato i bagagli, nella stanza di un lodge posizionato nel mezzo di un bosco, facciamo un giro i direzione dei sentieri segnalati che ci sono. Di colpo finiscono gli alberi e di fronte ci troviamo uno spettacolo che personalmente mi ha fatto venire la pelle d’oca. Per alcuni minuti non sono uscite parole dalla nostra bocca. Di fronte a noi c’è il Bryce Canyon: le sue guglie sono di un colore che va dal giallo al rosso al marrone, a secondo di come riceve la luce del sole che sta tramontando, sul fondo il colore verde degli alberi e lo scuro delle ombre si mescolano. Il vento e gli agenti atmosferici hanno lavorato queste pareti in un modo talmente artistico che sembrano innaturali. Appena il sole se ne va la notte arriva ed un secondo spettacolo si fa avanti: il cielo stellato con la via lattea sono di una visibilità estrema. Che giornata.!!!!.

08 agosto Bryce Canyon (Utah)
Il lodge in cui dormiamo è in stile montano, completamente in legno ed il terrazzo è a contatto con gli alberi del bosco. Ci siamo trovati a dormire con gli scoiattolini (cip e ciop) che andavano avanti e indietro per la stanza. L’intera giornata la trascorriamo lungo i sentieri che portano nel cuore di questo parco visitando tutti i punti previsti come da nostro programma. Ci sono anche visite guidate ed i percorsi piu’ lunghi si possono fare a cavallo. A vedere gli scenari che si presentano mi vengono in mente i cartoni animati di willy il coyote ed i massi appoggiati, in bilico, sulle punte delle guglie. All’incirca è cosi. La differenza dei sentieri rispetto i nostri è che in quasi tutti i Canyon si parte dall’alto e si scende, quindi la lunghezza del sentiero si sente al ritorno quando bisogna salire. Ritorniamo in camera al crepuscolo e ci sediamo sul terrazzo a bere una bibita e a rilassarci un po’ approfittando dal fatto che in questo meraviglioso posto sostiamo due notti. Verso sera il clima si raffredda perché ci troviamo a circa 1800m di altitudine ma con una maglia si sta veramente bene.

09 agosto Zion National Park (Utah) e Page (Arizona)
Con una leggera nostalgia lasciamo il Bryce Canyon e ci dirigiamo alla prossima meta, poco distante da qui, circa 150 Km. Ed ecco che in tarda mattina facciamo l’entrata allo Zion National Park Le altissime pareti a strapiombo caratterizzano questo parco e soprattutto le filtrazioni d’acqua che si hanno a ¾ di pareti. Sembrano sudare. La terra è rossa come l’asfalto della strada. Arriviamo al Visitor Center, parcheggiamo e, dopo aver preso le cartine, ci inoltriamo nel sentiero principale che porta nel mezzo delle pareti. Un piccolo river lo attraversa e ci fermiamo per fare un bagno. L’acqua è freddissima ma talmente pulita che ci tuffiamo lo stesso. Dopo pranzo risaliamo in macchina e ripartiamo. Superiamo il confine di stato e da qualche minuto stiamo percorrendo le strade dell’Arizona. Nel tardi pomeriggio arriviamo a Page, la famosissima cittadina nata nel periodo in cui costruivano la diga, diventata la seconda piu’ grande del mondo. E’ impressionante vedere un Canyon pieno d’acqua per poi essere vuoto al di la della diga. L’Arizona è caratterizzata, anche, dalle numerosissime riserve indiane che vivono (la piu’ famosa è quella dei Navajo). Ormai è sera e prima di cena facciamo un bagno nella piscina dell’albergo, la temperatura esterna è calda e l’acqua ci rilassa molto.

10 agosto Page e Grand Canyon (Arizona)
Page è un paesino di qualche migliaia di abitanti ma ha un fascino particolare, dislocato in collina a pochi passi dalla grande diga. Vista da vicino e poi da sopra è un’opera veramente imponente. Ci affacciamo al muretto di sicurezza e da una parte tocchiamo quasi l’acqua e dall’altra c’è uno strapiombo da capogiro. Un’altra attrattiva di questo posto è l’Antelope Canyon, il quale si raggiunge solamente con guide locali perché fa parte di una riserva indiana. E’ stato creato dall’erosione dei corsi d’acqua quando il fiume è in piena e quindi ha una forma conica con una base larga è una piccola intercapedine a circa 10m da terra. Le pareti sono rigate con forme dovute ai vortici della pressione dell’acqua ma la cosa meravigliosa è che il colore della roccia cambia col passaggio del sole ed il suo spostamento. Il periodo piu’ bello è verso mezzogiorno quando il sole si trova perpendicolare e la luce entra riflettendo sulle pareti. Facciamo pranzo in uno di quei posti dove, prima di adesso, si vedono solo nei film. Grande salone con panche e tavoli in legno, bigliardo, cow boy con i sigari e il cappello in testa, un fumo di fritto micidiale e bionde cameriere che titubanti chiedono “ where are you from?” “Ohh, beautifoul, I know Roma, Firenze and spaghetti but I can’t go in holiday because the price is very expancive”.
Si fa tardi e cosi’ dopo un panino, un po’ di patatine fritte e un’ottima pepsi partiamo per il Grand canyon che da qui non dista molto ma visto che dobbiamo andare sulla riva sud, cioe’ dalla parte opposta, occorre fare un po’ di strada. Prima dell’entrata del parco ci imbattiamo in un temporale talmente forte che siamo obbligati a fermarci per non rischiare di fare qualche incidente. Fortunatamente in questo periodo dell’anno durano pochi minuti e rinfrescano leggermente l’aria. Lo spettacolo che abbiamo di fronte è incantevole. Questa crepa profonda circa 1000m e creata dal Colorado River è talmente grande che si vede benissimo dal finestrino dell’aereo a 11.000m di altezza. Un misto di colori bellissimo e una leggera foschia dovuta all’umidita’ del temporale di prima. Cosi’, in macchina, tocchiamo tutti i punti principali del percorso turistico fino a sera e quando ormai è quasi buio andiamo in albergo per una doccia e per cenare. Ci sediamo a tavolino e decidiamo che itinerario dobbiamo fare per il giorno successivo. Le mappe e le cartine del posto offrono tour per tutti i tipi e gusti. Decidiamo di scendere a piedi per un sentiero che porta fino al River ma il tour è fatto di due giorni perché ci sono 15Km da percorrere con un notevole dislivello.

11 agosto Grand Canyon (Arizona)
Ovviamente non possiamo fare questo giro completo ma ci fissiamo come meta un punto intermedio dove poter sostare e ammirare da vicino questo immenso parco. Ci svegliamo molto presto perché come prima cosa andiamo in un market a comperare panini e da bere per il pranzo che faremo al sacco e poi facciamo un’abbondante colazione. In macchina arriviamo all’inizio del sentiero e poi ci incamminiamo a piedi, giu’ per il Grand Canyon. La terra rossa e polverosa fa si che dopo pochi metri siamo di un altro colore. Ci sono alcuni punti che si trovano a costeggiare la parete e quindi da un lato c’è uno strapiombo altissimo. Camminiamo vicino alla parete per non rischiare di scivolare e di fare brutte fini. I cartelli lungo il percorso non sono molto esaltanti: alcuni dicono di non inoltrarsi troppo se non si fa sosta per la notte, altri dicono che la fatica di questi sentieri ha fatto morire alcune persone. In piu’, nel caso qualcuno si sentisse male e occorre chiamare i soccorsi o l’elicottero, 1000$ di multa.